Stati Uniti: alla ricerca di un compromesso in extremis sul debito
venerdì, luglio 29th, 2011 | Radio & TV
R. – Per l’americano medio – e su questo io personalmente penso che si giocherà l’elezione del 2012 – è l’impiego. Se si guarda il tasso di disoccupazione in America a giugno è del 9,2 per cento: di solito in America si dice che ci vuole un tasso del 5 o 6 per cento per stare bene. Perciò il vero problema in America è l’alta disoccupazione.
D. – Nel sistema americano quando ci si trova di fronte a una così forte contrapposizione a un certo punto il presidente può forzare il sistema?
R. – Il presidente ha il famoso diritto di veto e perciò ci sono due soluzioni, quella dei repubblicani contrapposta a quella dei democratici. Se quella dei repubblicani arriva al suo tavolo lui potrebbe porre il veto e a questo punto il governo potrebbe decidere per esempio di non pagare i salari per adesso, o non assolvere alcuni impegni che ha il governo. Questo tipo di confronto non è senza precedenti, però per la prima volta gli americani si rendono conto che il dollaro è debole.
D. – Cosa potrebbe accadere all’interno degli Stati Uniti se non si arrivasse a una soluzione entro il 2 agosto?
R. – Molta gente potrebbe dire: io non mi fido dei buoni del tesoro perciò li riscuoto. Oppure potrebbe esserci un modo selettivo di tagliare certe spese: lavori non essenziali, etc. Alla fine si arriverà a un compromesso ma il problema è: il compromesso sarà temporaneo, fino al 2012, o una cosa che duri 10 anni?
D. – Quindi in sostanza possiamo dire: nessuno lascerà che l’America vada a fondo da un punto di vista economico ma i conti su tutta questa situazione verranno fatti alle prossime presidenziali?
R. – Probabilmente sì.
Clicca qui per ascoltare l’audio dell’intervista!
Link alla puntata clicca qui